Anguria e melone, il fresco della stagione calda

Anguria e melone, il fresco della stagione calda

Anguria e melone, il fresco della stagione calda. Con le varietà Cavaillon o reticolata, godiamoci una ricetta ricca e a sorpresa con le delizie dell’estate

Anguria: la natura ha destinato l’anguria o cocomero al mese della canicola, proprio il periodo migliore per gustare questo frutto dalla polpa zuccherina e dissetante che porta davvero refrigerio nelle giornate più calde. 

Anche il melone, pur non riservato alla stagione estiva, si trova sul mercato soprattutto in estate. 

Anguria e melone sono piuttosto poveri a livello poiché sono composti per il 90% di acqua. Tolta l’acqua, rimane abbondante cellulosa e una piccola percentuale di sostanze zuccherine; nel melone c’è anche una discreta quantità di vitamina C. 

È necessario sottolineare che la cellulosa ha fibre alquanti resistenti per cui è meglio farne un consumo moderato; tuttavia, anche la cellulosa, può essere utile per risvegliare un intestino un po’ pigro ma può essere dannosa per chi ha problemi e disturbi gastrici o intestinali. 

Come si riconosce un frutto maturo 

Il cocomero presenta in genere un peduncolo quasi completamente secco e semi di un bel nero lucido anche se esistono delle varietà che hanno i semi marroncini oppure marezzati di bianco o, addirittura, completamente bianchi; per essere certi della perfetta maturazione bisogna battere sul frutto con la palma della mano: se si sente un suono leggero e squillante, il frutto è acerbo, se il suono è sordo, è maturo. 

I Meloni, invece, quando sono davvero maturi emanano un fortissimo profumo dalla scorza, specialmente se annusata all’estremità piatta. 

Anguria o cocomero? 

Anguria è variante settentrionale per il toscano cocomero; il nome entra in italiano attraverso il veneziano dal greco tardo angóuria plurale di angóurion ‘cetriolo’ (Mattioli, av. 1577 scrive: “Chiamiamo noi Toscani le angurie, cocomeri” e Carena nel Nuovo vocabolario italiano domestico del 1869 chiarisce: “Questo cucurbitaceo, il cui nome linneano è Cucumis Anguria, i Toscani chiamano Cocomero, i Lombardi Anguria, così i primi lo denominano dal genere, i secondi dalla specie”). E, considerando altre varietà regionali, “A Napoli il cocomero è detto melone d’acqua (melon d’eau) e melone da pane, il popone. In Calabria, zi pàrrucu (zio parroco), cioè rubicondo come il volto del parroco” (Panzini, Dizionario moderno, 1942). Il cocomero è comunque la forma panitaliana. Nello slittamento settentrionale dei termini, cocomero indica il cetriolo (sempre Panzini: “In Lombardia poi chiamano ‘cocomero’ (cocùmer) quello che altrove si chiama ‘cetriolo’ e si prepara sotto aceto. Similmente a Genova”).”

Le varietà di anguria e melone 

Il mese dell’anguria è luglio ma ci sono delle qualità tardive che arrivano anche a settembre, senza marcate differenze di sapore. Recente l’introduzione sul mercato di un’anguria dalla buccia completamente nera, l’anguria Perla Nera, zuccherosa, croccante e particolarmente saporita.  Altre varietà molto apprezzate sono il cocomero napoletano, dalla scorza verde scura, il cocomero moscatello, con la scorza verde marezzata di giallo e le angurie americane, molto grandi e oblunghe, particolarmente zuccherine. 

La famiglia del melone è più vasta perché presenta anche le varietà invernali, che si conservano sino a gennaio/febbraio e sono a buccia sottile e liscia. Il più famoso è il melone di Brindisi, di forma oblunga e polpa chiara, croccante e dolcissima 

Tuttavia, trovare un buon melone d’inverno non è una cosa facilissima perché tendono ad essere piuttosto insipidi. I meloni estivi, anche se si conservano per un periodo di tempo limitato perché la loro polpa è soggetta a fermentazioni e muffe, se ben scelti sono capolavori di dolcezza. 

Ne esistono due grandi famiglie, il melone reticolare e il melone Cantalupo. Della seconda famiglia fanno parte i celebri Meloni di Cavaillon. Questi ultimi tipici, appunto, della storica cittadina di Cavaillon, in Provenza, si possono presentare in pezzature piccolissime, più o meno come una mela, e sono meravigliosi per presentare agli ospiti un dessert estivo porzionato, bellissimo anche da guardare. 

I reticolari hanno polpa abbondante ma sono meno saporiti: presentano la buccia ricoperta da rilievi simili a una rete; i meloni cantalupo, invece, i cosiddetti meloni bitorzoluti, sono solcati verticale da numerose linee che li fanno sembrare quasi divisi a spicchi e la loro polpa, per quanto non molto abbondante, è veramente squisita. 

Oltre ad assaggiarli come tradizione per merenda, per dessert, come antipasto o pranzo leggero, accompagnandoli con il prosciutto crudo, vi sono alcune ricette per dessert a base di frutta, davvero invitanti, tipici dessert estivi. 

Vi suggeriamo una ricetta semplice ma deliziosa, il Melone in sorpresa

Ingredienti e dosi per sei persone 

  • un melone piuttosto grosso 
  • due fette di ananas fresco 
  • una pesca 
  • una mela 
  • una pera 
  • due susine 
  • 200 grammi di lamponi 
  • 100 grammi di zucchero a velo 
  • due bicchierini di Cointreau o altro liquore all’arancia, Grand Marnier o Triple Sec, e uno di maraschino (se ci sono dei bambini potete sostituire con sciroppo di zucchero aromatizzato all’arancia) 
  • 8 noci 
  • 50 grammi di ciliegie candite 
  • un quarto di panna da montare 

Utensili  

  • una terrina 
  • una frusta elettrica 

Preparazione (un’ora circa) 

  1. lavate perfettamente il melone facendolo diventare ben lucido e con un coltello molto affilato tagliate via una calotta a 4 cm dal gambo. 
  1. togliete tutti i semi e la parte interna filamentosa e, con un cucchiaio o con l’apposito scavino, levate la polpa. Se usate lo scavino non sarà nemmeno necessario tagliare ulteriormente. Se usate un cucchiaio dividete le cucchiaiate in due. 
  1. Mettete i pezzi in una terrina; lavate, sbucciate e tagliate a dadini la pesca, la mela, la pera e le susine; lavate bene lamponi, tagliate a dadi piuttosto piccoli le fette di ananas, rompete le noci e tritatele grossolanamente. 
  1. versate tutta la frutta nella terrina insieme al, unite 70 grammi di maraschino a 70 grammi di zucchero a velo 
  1. mescolate il tutto con molta delicatezza per non rompere la frutta che, specialmente se matura è molto fragile. Fate attenzione che i pezzi di frutta restino ben sodi e non spiaccicati. 
  1. cospargete con il restante zucchero l’interno del melone, versatevi la frutta e il liquido di macerazione, chiudete l’apertura con la calotta che avrete messo da parte e pulito accuratamente. Ponete in frigorifero per un paio d’ore. 
  1. Al momento di servire, montare la panna ben fredda e ponetela a ciuffetti sulla superficie della frutta, decorando anche con ciliegine candite. 
  1. Se avete trovato i meloi di Cavaillon dimensione mini, servitene uno per commensale, con la sua calotta e portate in tavola la panna montata e le ciliegine perché ciascuno se ne serva. 



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