Antipasti piemontesi per un Natale tradizionale

Antipasti piemontesi per un Natale tradizionale

Antipasti piemontesi: in Piemonte non esiste un pranzo o una cena di Natale se sulla tavola non compaiono queste tradizionali meraviglie, frutto di secoli di segreti tramandati dalle famiglie. Il clima generalmente rigido invita ai piaceri della forchetta e del buon vino, e gli antipasti piemontesi sono ricchi, caldi e vellutati. Scaldano e confortano: non per niente, perché il Piemonte è la regione del cibo per tradizione. La regione che vanta il maggior numero di agriturismi, mercatini agricoli, sagre dedicate a giacimenti gastronomici locali, feste del vino, del tartufo, del formaggio e chi più ne ha più ne metta. 

A parte le sue bellezze paesaggistiche e artistiche, infatti, il Piemonte è la regione più scelta per il turismo enogastronomico

Molti già si illudevano di poter passare il Natale e il Capodanno nell’atmosfera tipica dei ristoranti, degli agriturismi, delle trattorie della regione. Purtroppo, no: sarà un Natale molto diverso dal solito, con la corsa agli approvvigionamenti, e si spera di prodotti km zero, sani ed etici e poi a casa, con un ridotto numero di parenti. E fortuna per chi ha i nonni in casa: con due nonni e un paio di bambini, la festa è assicurata. 

Se poi c’è un caminetto dove bruciare il tipico ceppo di Natale, l’atmosfera si riscalderà subito. 

Ma veniamo al menù: menù corposo, s’intende, da stagione fredda, annaffiato dal vino che qua si usa generosamente non solo per berlo ma anche per sfumare i cibi, conferendo loro quel retrogusto di terra e di vite, che esalta anche il piatto più semplice. 

Antipasti piemontesi: ricchezza e gusto 

Non si può immaginare un pranzo o, in caso di festa, anche una cena che non inizi con un ricco assortimento di antipasti: a parte i salumi locali, non mancheranno cardi al forno (lessati, posti in una teglia e coperti da fiocchi di butto e parmigiano), peperoni ripieni (abbrustoliti, privati della buccia e conditi con acciughe dissalate messe in una padella con uno spicchio d’aglio e olio sinché non si disfano), spume di prosciutto, tomini serviti con salsa verde (da non confondere con il pesto. bolliti). 

Per stomaci non tropo delicati, un antipasto festoso potrebbe essere costituito dalla Bagna Cauda che unisce la squisitezza al piacere della condivisione. Tuttavia, quest’anno, bisognerà prestare particolare attenzione perché la bagna cauda sia porzionata nei tipici fornelletti e che le verdure d’accompagnamento siano disposte in tanti piatti quanto sono i commensali. È vero, sono parenti, magari sono un gruppo di coabitanti ma fare la scarpetta in un fornello comune è davvero un po’ troppo, di questi tempi. 

Un classico: i vol-au-vent alla finanziera 

Immagine che contiene cibo, vicino

Descrizione generata automaticamente

Antipasti piemontesi: i vol-au-vent con la Finanziera 

Piatto povero della tradizione, fatto per utilizzare le interiora, divenne un piatto di lusso intorno alla metà dell’800. Anche il nome, finanziera, parrebbe derivare dalla passione che gli uomini altolocati, che indossavano la tradizionale giacca a doppio petto che arrivava fino al ginocchio, con caratteristici bordi dritti, la Finanziera, appunto. 

IL Conte Camillo Benso di Cavour ne era ghiotto, e anche noi. 

Poiché la preparazione è lunga, non viene cucinata spesso quindi costituirà una entrée trionfale. 

Veniamo alla ricetta, tenendo presente che i vol-au-vent si possono acquistare, squisiti, nei negozi specializzati.

La ricetta della Finanziera 

Ingredienti (per 4 persone) 

6/7 creste di pollo 

150 gr. di animelle 

150 gr di filoni 

4 fegatini di pollo 

250 gr. di scaloppine di vitello 

250 gr. di fegato di vitello 

150 gr. di olive verdi (non previste in alcune versioni della ricetta) 

60 gr. di cetriolini sott’aceto (non previsti in alcune versioni della ricetta) 

60 gr. di cipolline (non previste in alcune versioni della ricetta) 

1 bicchierino di Marsala 

Brodo di dado 

50 gr di burro 

poca farina 

sale e pepe 

Per prima cosa, mettete le creste in un casseruolino con acqua fredda e salata sinché la pelle non si stacca. Asciugatele, tagliate le punte delle creste, bucatele con la forchetta e mettetele in un contenitore con acqua fresca sino al momento dell’uso. 

Pulite e togliete le pellicine ai filoni e alle animelle e gettateli in una pentola di acqua bollente salata lasciandoveli per qualche minuto. Scolateli, tagliate le animelle a dadini e i filoni a pezzetti. Pulite i fegatini di pollo (occhio alla sacca del fiele) e tagliateli in due. Tagliate piccole fettine la carne e il fegato. Passate rapidamente nella farina tutti gli ingredienti poi mettete al fuoco un tegame con il burro e quando sarà caldo, aggiungete tutti gli ingredienti, mescolandoli a fuoco vivo. Aggiungete il Marsala e fatelo evaporare. A questo punto aggiungete un mestolo di brodo caldo. Unite le olive snocciolate, i sottaceti a pezzetti e le cipolline intere (non in tutte le ricette si usano questi tre ingredienti). Coprite e fate cuocere a fuoco basso mescolando di tanto in tanto. Dopo un quarto d’ora, aggiungete sale e pepe e fate ancora leggermente asciugare, se il misto risultasse troppo umido, o aggiungete un po’ di brodo, se fosse troppo asciutto. 

Riempite i vol-au-vent e teneteli nel forno caldo sino al momento di servire. 

Accompagnate con un Nebbiolo delle Langhe



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