Pasqua, profumo di Gianduia. Festeggiamolo con le Crêpe al Gianduia caldo del Ristorante Massimo, di Trino

crepes

Pasqua, profumo di Gianduia. Festeggiamolo con le Crêpe al Gianduia caldo del Ristorante Massimo, di Trino

Pasqua, Piemonte. Addolciamo la Pasqua con la festosa fragranza delle Crêpe? Piacciono a tutti, sono belle da vedere e portate in tavola strappano l’applauso. Prepararle non è difficile, ci vuole solo molta cura e un po’ di pazienza. E se le Crêpe fossero al gianduia caldo

Questa deliziosa versione del cioccolato, nata dai pasticceri torinesi che sostituirono il costoso cacao con la tradizionale nocciola tonda gentile del Piemonte, scatena la passione dei golosi. È merito di un francese, Michele Prochet se, nel 1852, in società Caffarel, l’impasto fu migliorato tostando le nocciole e triturandole finemente: il Gianduia era nato ufficialmente. Pare che la forma del gianduiotto sia nata per caso, da un fortunato colpo di cucchiaio che fece nascere questa forma, golosamente apprezzata in tutto il mondo. 

Nel carnevale del 1865, fu distribuito, confezionato nella sua inconfondibile stagnola dorata, dalla maschera popolare di Torino, Gianguja (cui il gianduiotto rende omaggio). 

Un dolce, insomma, che rievoca festa, tradizione, golosità. Un dolce che fonde l’anima francese delle raffinate Crêpe con un tocco di tradizionalissima piemontesità.  Giorgio Bonati, patron del ristorante Massimo, fascinosamente inserito nella bellissima struttura del relais Il Convento di Trino, a Trino Vercellese, ci ha voluto regalare questa ricetta per festeggiare questa Pasqua un po’ inconsueta con allegria e dolcezza. Il solo profumo del Gianduia caldo scioglierà il cuore dei vostri ospiti a pensieri leggeri e speranze per un futuro sereno. 

Una Pasqua profumatissima: le Crêpe al Gianduia caldo del Ristorante Massimo, Trino 

Per le Crêpe 

un etto e mezzo di farina di frumento 

3 uova 

mezzo cucchiaio di zucchero 

un terzo di litro di latte 

un cucchiaino di distillato all’arancia 

una bustina di vanillina 

un pezzetto di burro 

Per la crema pasticcera 

due cucchiai di farina 

4 tuorli d’uovo 

3 cucchiai di zucchero 

Un pezzetto di scorza di limone 

Per la salsa gianduia 

2 etti e mezzo di cioccolato gianduia 

5 cucchiai di latte 

Tempo di preparazione: 40 minuti più il riposo 

Preparazione 

Unite in una ciotola la farina, le uova e lo zucchero. Sempre rimestando con un frustino, aggiungete il liquore, la vanillina e il latte. Lasciate riposare la pastella per un’ora in frigorifero. 

Intanto preparate la crema. In un pentolino battete i tuorli con lo zucchero. Incorporate la farina e successivamente versate poco per volta il latte freddo con la scorza di limone. Cuocete a fuoco lento. girando con la frusta, fino ad addensamento. Eliminate la scorza e lasciate raffreddare. 

Recuperate la pastella dal frigorifero. Prendete una padella antiaderente e, dopo averci strofinato un po’ di burro, mettetela sul fuoco a poco meno di mezza fiamma. Quando e ben calda, procedete con un mestolo a coprire il fondo con un sottile strato di composto. Cuocete ogni frittatina da entrambe le parti e lasciatela raffreddare su un piano: al tatto deve risultare setosa e di buona consistenza. 

Stendete la crema pasticciera fredda su ogni crêpe e arrotolatela creando involtini della larghezza di due dita che taglierete in pezzi lunghi tre centimetri. Disponeteli su un piatto e ricopriteli con il gianduia sciolto con il latte sul fuoco. 

Omonimo della maschera carnevalesca Piemonte, il gianduia usato da Giorgio Bonato e un cioccolato fondente a pasta morbida, arricchito con crema di nocciole tostate, zucchero e vaniglia. Lo si conosce soprattutto nella forma del gianduiotto, il tipico e celebrato cioccolatino di Torino. 



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