16 Dic Salvare il cibo italiano dall’anonimato: arrivano i decreti per garantire il made in Piemonte
Salvare il cibo italiano, riso, latte e formaggi, dall’anonimato: arrivano i decreti per garantire il made in Piemonte.
Arrivano i decreti che salvano la spesa Made in Italy con l’obbligo di indicare in etichetta dal primo gennaio 2022 la provenienza dell’ingrediente principale, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta. È quanto afferma Coldiretti nel commentare l’annuncio al XIX Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’Alimentazione del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, che ha firmato i provvedimenti.
Il provvedimento risponde alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare, scorrendone quella sorta di carta d’identità istantanea che è l’etichetta. Poiché nel quotidiano l’alimentazione è uno dei motori del benessere soggettivo, gli italiani sono sempre a caccia delle informazioni che rendono possibile per un determinato prodotto alimentare la tracciabilità, intesa come la trasparenza su provenienze e connotati dei processi produttivi e distributivi.
Lo spiegano in Coldiretti: “Si tratta di un passo determinante per dare garanzia di origine al Made in Piemonte come riso, latte e formaggi e impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali.”
Tocca all’Italia, d’altronde, leader europeo nella qualità, fare da apripista nelle politiche alimentari dell’Ue poiché, in un momento difficile per l’economia, è necessario portare ed evidenziare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità, con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti.
In risposta alle richieste dei consumatori italiani ed europei: non a caso sono ben 1,1 milioni le firme, di cui oltre 100 mila provenienti dal Piemonte, raccolte nell’ambito dell’iniziativa dei cittadini dell’Unione Europea “Eat original! Unmask your food”, promossa dalla Coldiretti, da Campagna Amica e da altre organizzazioni europee, per l’estensione dell’obbligo di etichettatura con l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti.
Salvare dall’anonimato e garantire la sicurezza
Ma non solo. La sostenibilità ha diversi risvolti e deve rispondere a determinati obblighi: è necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. È quanto afferma Coldiretti Piemonte nel commentare positivamente la proposta della Commissione europea di negare l’accesso al mercato Ue a quei prodotti come carne e olio di palma che sono ottenuti dalla deforestazione.
A preoccupare sono anche le conseguenze degli accordi di libero scambio che l’Unione Europea sta negoziando con i Paesi del Mercosur di fronte alle devastazioni delle foreste amazzoniche per far spazio alle coltivazioni e all’allevamento per la produzione di carne destinata all’esportazione.
Spiega Coldiretti che tra i paesi europei, l’Italia, con oltre 1 milione di tonnellate, è il primo importatore europeo di carne bovina dal Brasile. La maggior parte di questa finisce nei prodotti trasformati che alimentano ristoranti, mense, hotel e catering. Da qui la preoccupazione rispetto alle conseguenze degli accordi di libero scambio che l’Unione Europea sta negoziando con i Paesi del Mercosur tra cui, appunto, c’è il Brasile. Tutto questo pesa ancor più su un territorio come il Piemonte, che detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane, con la razza Piemontese, e dove la zootecnia, che riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale, è ora messa in crisi dai rincari delle materie prime, dagli aumenti dei costi di trasporto e dalle speculazioni lungo la filiera. “Perciò la proposta di regolamento, che sarà pubblicata mercoledì dalla Commissione europea, rappresenta un primo passo nella giusta direzione per avvicinare sempre più gli standard produttivi dei prodotti importati a quelli sempre più stringenti europei – dicono in Coldiretti Piemonte – Auspichiamo che questo sia solo un primo tassello in un disegno più complessivo di eliminazione del dumping non solo ambientale ma anche sociale, che mette a rischio la competitività delle imprese agricole europee esposte alla concorrenza sleale per quanto riguarda norme ambientali e diritti dei lavoratori”.
Salvare dall’anonimato: con Nutriscore, si confermano le insidie al made in Italy
Dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, dal Prosciutto di Parma al Gorgonzola: sono solo alcuni dei prodotti di qualità del Made in Italy a tavola bocciati senza appello dall’etichetta a colori che sta avanzando in Europa, dal Nutriscore francese a quella a semaforo inglese. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della XIX edizione del Forum Internazionale dell’Agroalimentare in programma a Roma, dove è stata allestita la prima tavola delle eccellenze agroalimentari italiane, che potrebbero sparire se dovessero affermarsi le nuove etichette a colori.
L’etichetta nutrizionale a colori boccia, peraltro ingiustamente, quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare, soprattutto nel tempo del Covid. Si tratta di prodotti, soprattutto formaggi e salumi, che sono il frutto del lavoro di generazioni e la cui ricetta non può essere cambiata.
L’Italia si sta muovendo con intelligenza per rafforzare ulteriormente una coalizione a supporto di un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese, supportata anche formalmente, al momento, da Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia e Ungheria.
“Ora la battaglia si sposta in Europa – affermano Roberto Moncalvo, Presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare italiano proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri. Con questi sistemi fuorvianti si rischia di promuovere cibi spazzatura escludendo, paradossalmente, dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.”
L’equilibrio nutrizionale, insomma, va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera, che tiene conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizza sul singolo prodotto. La nostra regione conta 14 Dop e 9 Igp: una grande biodiversità da continuare a valorizzare per evitare una indistinta omologazione”.
Fonte: Coldiretti